Purifica la tua mente - Han Shan



La vera natura è pura e profonda,
Come acqua quieta e limpida.
Se è agitata dall'amore e dall'odio,
Sorgono onde di passioni. 
E continuando così,
Renderanno torbida la natura del sé;
Gli affanni e l'ignoranza
Aumenteranno a tua insaputa.

Quando il sé si aggrappa all'altro,
È come gettare fango nell'acqua.
Se il sé è mosso dall'altro,
È come se si versasse olio sul fuoco.
Anche se i fenomeni esterni sono caos, il Sé è vero.
Quando il caos è considerato reale, nasce l'ego.
Se l'ego cessa di levarsi,
Anche le passioni, bruciate per eoni di tempo, si congelano.

Perciò un uomo saggio
Abbandona sempre il suo ego.
Se non vi è un ego,
Come potranno i fenomeni esterni essere un ostacolo?
L'abbandono dell'ego
Conduce all'elasticità.
Quando le passioni compaiono,
Le riconosci immediatamente.

La vigilanza porta alla consapevolezza;
Nell'istante in cui si vigila un pensiero,
Ogni traccia è spazzata via.
Subito sarai limpido e sereno,
In questa immobilità serena e pura,
Solo e sovrano tu godrai
L'armonia più perfetta,
Che nessuna cosa esteriore può eguagliare.

Han Shan

Cinquanta strofe sulla natura della coscienza - Thich Nhat Hanh

PRIMA PARTE
Coscienza deposito

01 La mente è un campo su cui è sparso ogni tipo di seme. Il nome di questa mente-campo può essere anche “Tutti i semi”.

02 In noi c’è infinita varietà di semi: semi del samsara, semi del nirvana, dell’illusione, dell’illuminazione, semi di sofferenza e di felicità, semi di percezioni, di nomi, di parole.

03 Semi che si manifestano come corpo e come mente, come sfere dell’esistenza, come stadi, e mondi, sono depositati tutti nella nostra coscienza. Ecco perché questa è detta “deposito”.

04 Alcuni semi sono innati, trasmessici dagli antenati; alcuni seminati che eravamo ancora nel grembo, altri quando eravamo bambini.

05 Che sia trasmesso dalla famiglia o da amici, dalla società o dall’istruzione, per sua natura ogni seme, in noi, è individuale ed è anche collettivo.

06 La qualità della nostra vita dipende dalla qualità dei semi che giacciono nel profondo della nostra coscienza.

07 Funzione della coscienza deposito è ricevere e conservare i semi e le loro energie abitudinali; così possono manifestarsi nel mondo, o restare sopiti.

08 Le manifestazioni della coscienza deposito si possono percepire direttamente come cose-in-sé, come rappresentazioni o come mere immagini. Tutte sono comprese nei diciotto elementi dell’essere.

09 Tutte le manifestazioni portano il marchio sia dell’individuale sia del collettivo. Allo stesso modo si compie la maturazione della coscienza deposito, nel suo partecipare ai diversi stadi e alle diverse sfere dell’essere.

10 Senza velo, indeterminata, la coscienza deposito scorre e cambia di continuo; e insieme, è correlata di continuo con le cinque formazioni mentali universali [contatto, attenzione, sensazioni, percezione e volizione].

11 Sebbene impermanente e priva di un sé separato, la coscienza deposito contiene tutti i fenomeni del cosmo, condizionati e incondizionati, sotto forma di seme.

12 Seme può produrre seme. Seme può produrre formazione. Formazione può produrre seme. Formazione può produrre formazione.

13 Semi e formazioni, entrambi, per natura inter-sono e si interpenetrano. L’uno è prodotto dal tutto, il tutto dipende dall’uno.

14 La coscienza deposito non è la stessa né altra; non è individuale né collettiva. Identità e alterità inter-sono. Il collettivo e l’individuale si generano a vicenda.

15 Quando si supera l’illusione si comprende e la coscienza deposito non è più soggetta ad afflizioni: diventa Saggezza Grande Specchio, che riflette il cosmo in ogni direzione, e prende nome di Pura Coscienza.


PARTE SECONDA
Manas

16 Semi di illusione danno origine a formazioni interne di avidità e di afflizioni, forze che animano la nostra coscienza nelle manifestazioni della mente e del corpo.

17 Con la coscienza deposito come sostegno, sorge manas. Sua funzione è la proliferazione mentale; si aggrappa ai semi e li considera un “sé”.

18 L’oggetto di manas è il marchio di un sé che si trova nel campo delle rappresentazioni, nel punto in cui manas e coscienza deposito si toccano.

19 In quanto base del sano e del malsano della altre sei coscienze che si manifestano, manas discrimina di continuo. Per natura, è indeterminata e offuscata.

20 Manas si accompagna alle cinque formazioni universali, a mati [percezione erronea di cui si è convinti] tra le cinque particolari [zelo, determinazione, consapevolezza, concentrazione, saggezza], e alle quattro afflizioni principali [ignoranza di sé, visione egocentrica, orgoglio di sé, amore di sé] e alle otto secondarie [rabbia, ostilità, ipocrisia, persecuzione, invidia, avarizia, inganno, disonestà]. Tutte sono indeterminate e offuscate.

21 Come l’ombra segue la forma, manas segue sempre la coscienza deposito, nel tentativo inconsulto di sopravvivere, bramando continuità e soddisfazione cieca.

22 Raggiunto il primo stadio della via del bodhisattva, gli ostacoli di conoscenza e afflizioni si trasformano. All’ottavo stadio, lo yogi trasforma la convinzione di un sé separato, e la coscienza deposito è liberata da manas.

PARTE TERZA
Coscienza mentale

23 Con manas per base e i fenomeni per oggetti, si manifesta la coscienza mentale. La sua sfera cognitiva è la più vasta.

24 La coscienza mentale percepisce in tre modi [percezione diretta, inferenza o deduzione, percezione diretta o inferenza erronea]. Ha accesso a tre campi della percezione [la sfera delle cose in-sé, la sfera della rappresentazione, la sfera delle mere immagini], sa essere di tre nature diverse. In essa si manifestano tutte le formazioni mentali: universali, particolari, salutari, non salutari o indeterminate.

25 La coscienza mentale è radice di ogni azione di corpo e parola. Sua natura è manifestare formazioni mentali, ma non ha esistenza continua. La coscienza mentale fa sorgere azioni che poi fa maturare; gioca il ruolo del giardiniere che sparge ogni seme.

26 Sempre attiva è la coscienza mentale, tranne che negli stati di non-percezione: nei due raggiungimenti [due stati meditativi], nel sonno profondo, da svenuti e nel coma.

27 La coscienza mentale opera in cinque modi: insieme alle cinque coscienze sensoriali o indipendentemente da esse, dispersa, concentrata o instabile.

PARTE QUARTA
Coscienze sensoriali

28 Basate sulla coscienza mentale, le cinque coscienze sensoriali si manifestano, come onde sull’acqua, da sole o insieme alla coscienza mentale.

29 Il loro campo di percezione è quello delle cose in-sé, la loro modalità di percezione è diretta. Sono di natura salutare, non salutare o neutra. Agiscono sugli organi di senso e sui centri sensoriali del cervello.

30 Sorgono con le formazioni mentali universali, particolari, salutari, con quelle non salutari, sia fondamentali sia secondarie, e con quelle indeterminate.

PARTE QUINTA
La natura della realtà

31 La coscienza include sempre soggetto e oggetto. Sé e altro, dentro e fuori, sono tutte creazioni della mente concettuale.

32 Tre parti ha la coscienza: percettore, percepito e intero. Tutti i semi e le formazioni mentali sono uguali.

33 Nascita e morte dipendono da condizioni. Per sua natura la coscienza è una manifestazione discriminante. Percettore e percepito dipendono l’un dall’altro in quanto soggetto e oggetto della percezione.

34 Nella loro manifestazione individuale e collettiva sé e non-sé non sono due. Il ciclo di nascita e morte si compie in ogni momento. La coscienza fluttua nell’oceano di nascita e morte.

35 Spazio, tempo e i quattro grandi elementi [terra, acqua, fuoco, aria: le energie dell’universo materiale] sono tutte manifestazioni della coscienza. Nel processo dell’interessere e dell’interpentrazione, la coscienza deposito matura ogni momento.

36 Gli esseri si manifestano quando le condizioni sono sufficienti; quando mancano le condizioni, essi non compaiono più. Eppure non c’è venire né andare, non c’è essere né non essere.

37 Un seme che fa sorgere una formazione è la sua causa prima. Il soggetto percettore dipende dall’oggetto della percezione. Quest’ultimo è un oggetto-causa.

38 Le condizioni propizie e non di ostacolo sono cause sussidiarie. Il quarto tipo di condizione è la continuità immediata.

39 La manifestazione interdipendente ha due aspetti: la mente illusa e la mente veritiera. La prima è costruzione immaginaria, la seconda è natura pienamente compiuta.

40 L’immaginazione impregna la mente di semi di illusione: ne risulta l’infelicità del samsara. La natura compiuta spalanca la porta della saggezza sul regno delle cose nella loro vera essenza.

PARTE SESTA
La via della pratica

41 Meditare sulla natura dell’interdipendenza può trasformare l’illusione in illuminazione. Samsara e vera essenza non sono due, sono una cosa sola, la stessa.

42 Anche in boccio, il fiore è già nel compost, il compost è già presente nel fiore. Fiore e compost non sono due. Illusione e illuminazione inter-sono.

43 Non rifuggire nascita e morte, osserva solo a fondo le tue formazioni mentali. Una volta vista la vera natura dell’interdipendenza si comprende la verità dell’interessere.

44 Pratica il respiro consapevole per innaffiare i semi del risveglio. Retta visione è un fiore che sboccia nel campo della coscienza mentale.

45 Quando il sole splende, fa crescere ogni pianta. Quando la consapevolezza splende, trasforma ogni formazione mentale.

46 Riconosciamo nodi interni e tendenze latenti, così da poterli trasformare. Dissipate le energie dell’abitudine, ecco la trasformazione alla radice.

47 Il momento presente contiene il passato e il futuro. Il segreto della trasformazione sta nel modo di trattare l’attimo in corso.

48 La trasformazione ha luogo nella vita di tutti i giorni. Per facilitarle il compito pratica insieme a un Sangha.

49 Nulla nasce, nulla muore. Nulla da trattenere, nulla da lasciar andare. Il samsara è il nirvana. Non c’è nulla da raggiungere.

50 Compreso che le afflizioni non sono che illuminazione, possiamo cavalcare le onde di nascita e morte, in pace, solcare l’oceano dell’illusione sulla barca della compassione, sorridendo senza paura alcuna.


dal libro: 


La Via della Trasformazione
Quando la mente guarisce il cuore

Ricordati dove sei e perché sei lì

Ogni ricercatore sogna una guida che sa. La sogna, ma è raro che si domandi oggettivamente e sinceramente: « Sono degno di essere guidato? Sono pronto a seguire la via? » 
Esci una sera sotto il vasto cielo stellato, alza gli occhi a quei milioni di mondi sopra la tua testa. Forse su ognuno di essi formicolano miliardi di esseri simili a te, persino superiori a, te per costituzione. Guarda la Via Lattea. In quell'infinità, la Terra non può nemmeno essere considerata un granello di sabbia. La Terra vi si dissolve, sparisce, e con essa sparisci anche tu. Dove sei? Chi sei? Cosa vuoi? Dove vuoi andare? L'impresa cui ti stai accingendo non potrebbe essere pura follia? Di fronte a tutti quei mondi, interrogati sui tuoi scopi e le tue speranze, sulle tue intenzioni e i mezzi per realizzarle, su ciò che si può esigere da te, e domandati fino a che punto sei preparato a rispondere. Ti attende un viaggio lungo e difficile; ti stai dirigendo verso un paese strano e sconosciuto. La strada è infinitamente lunga. Non sai se ti potrai riposare, né dove ciò sarà possibile. Devi prevedere il peggio. Devi prendere con te tutto ciò che è necessario per il viaggio. Cerca di non dimenticare nulla, perché poi sarà troppo tardi per rimediare all'errore: non avrai tempo di ritornare a cercare ciò che hai dimenticato. Valuta le tue forze. Sono sufficienti per tutto il viaggio? Quando sarai in grado di partire? Ricordati che più tempo passerai per strada, più avrai bisogno di portarti delle provviste, cosa che ritarderà ulteriormente la tua marcia, e allungherà pure la durata dei preparativi. E ogni minuto è prezioso. Una volta che ti sei deciso a partire, perché perdere tempo? 

Non contare sulla possibilità di tornare. Questa esperienza potrebbe costarti carissima. La guida si è impegnata soltanto a condurti alla meta, non è obbligata a riaccompagnarti indietro. Sarai abbandonato a te stesso, e guai a te se ti infiacchisci o perdi la strada, potresti non ritornare mai più. E anche se la trovi, resta il problema: tornerai sano e salvo? Ogni sorta di disavventure attendono il viaggiatore solitario che non conosce bene la via, né le regole di condotta che essa comporta. Tieni a mente che la tua vista ha la proprietà di presentarti gli oggetti lontani come se fossero vicini. Ingannato dalla prossimità della meta verso cui tendi, abbagliato dalla sua bellezza e non avendo misurato le tue forze, non noterai gli ostacoli sulla via; non vedrai i numerosi fossati che tagliano il sentiero. In mezzo a prati verdi cosparsi di splendidi fiori, l'erba alta nasconde un profondo precipizio. É molto facile inciampare e cadervi dentro, se gli occhi non sono attenti a ogni passo che stai per fare. Non dimenticarti di concentrare tutta la tua attenzione su ciò che ti sta immediatamente intorno. Non occuparti di mete lontane, se non vuoi cadere nel precipizio. Però non dimenticare il tuo scopo. Ricordatene continuamente e mantieni vivo il desiderio di raggiungerlo, per non perdere la direzione giusta. E una volta partito, stai attento; ciò che hai oltrepassato, resta indietro e non si ripresenterà più: ciò che non osservi sul momento, non lo osserverai mai più. Non essere troppo curioso, e non perdere tempo con ciò che attira la tua attenzione ma non ne vale la pena. Il tempo è prezioso, e non deve essere sprecato per cose che non sono direttamente in relazione con la tua meta. 

Ricordati dove sei e perché sei lì. 

Non aver troppa cura di te, e rammenta che nessuno sforzo viene mai fatto invano. E adesso puoi metterti in cammino.


(Gurdjieff- brano tratto da "Io chi sono?" di "Vedute sul Mondo Reale")

Da buddha a buddha

Qual è la differenza tra il vuoto presente nel bambino prima che si formi l'ego e l'innocenza risvegliata di un buddha?
C'è una somiglianza e c'è una differenza. Essenzialmente il bambino è un buddha, ma la sua buddhità e la sua innocenza sono naturali, non sono state “conseguite”. La sua innocenza è una specie di ignoranza, non è una realizzazione. La sua innocenza è inconsapevole; il bambino non ne ha coscienza, non ci pensa, non ne ha preso nota; esiste, ma la dimenticherà e la perderà, è inevitabile. Deve perderla. Ogni bambino deve attraversare ogni genere di corruzione e di impurità: il mondo. L'innocenza del bambino è l'innocenza di Adamo prima che fosse espulso dal giardino dell'Eden, prima che assaggiasse il frutto della conoscenza, prima che diventasse consapevole.
È qualcosa di tipo animale. Guarda negli occhi di un animale qualsiasi - una mucca, un cane - c'è purezza, la stessa purezza presente negli occhi di un buddha, ma con una differenza. E la differenza è immensa: il buddha ha fatto ritorno a casa, l'animale non ha ancora lasciato la casa. Il bambino è ancora nel giardino dell'Eden, è ancora in paradiso. Deve lasciarlo, perché per guadagnarselo, deve perderlo. Il buddha ha fatto ritorno a casa... ha percorso l'intero cerchio. È andato via, si è perso, ha smarrito la strada, è entrato nelle profondità delle tenebre e del male, dell'infelicità e dell'inferno. Quelle esperienze fanno parte della maturazione e della crescita spirituale. Senza, non potresti tornare a casa, rimarresti senza spina dorsale. Senza, la tua innocenza sarebbe assai fragile, non potrebbe ergersi contro i venti, non potrebbe far fronte alle tempeste. Sarebbe molto debole, non sopravviverebbe. Deve attraversare il fuoco della vita, il fuoco dei mille e uno errori commessi, delle mille e una cadute, dopo le quali ti sei rimesso in piedi ogni volta. Tutte quelle esperienze, pian piano, ti portano a maturazione, ti rendono maturo, ti fanno crescere interiormente.
L'innocenza di un buddha è l'innocenza di una persona matura, maturata.
L'infanzia è la natura inconscia, la buddhità è la natura cosciente. L'infanzia è una circonferenza senza nessuna idea del centro. Il buddha è anch'egli una circonferenza, ma radicata nel centro, centrata. L'infanzia è l'anonimato inconscio, la buddhità è l'anonimato cosciente. Entrambe sono senza nome, senza forma. Ma il bambino non ha ancora conosciuto la forma e le sue miserie. Il bambino è come colui che non è mai stato in prigione, quindi non sa cosa sia la libertà. 

 Osho

Lasciare andare ciò che il cuore pensa (dal Lieh-Tzu)

Ti dirò quel che ho imparato dal mio maestro.
  Dopo tre anni che servivo il maestro e avevo fatto amicizia con quell’uomo, col cuore non osavo pensare all’affermazione e alla negazione, con la bocca non osavo parlare del vantaggio e dello svantaggio: solo allora ottenni il primo sguardo dal maestro.
  Dopo cinque anni col cuore pensavo di nuovo all’affermazione e alla negazione, con la bocca parlavo di nuovo del vantaggio e dello svantaggio: per la prima volta il maestro distese il suo volto e mi sorrise. 
  Dopo sette anni seguivo tutto ciò che il mio cuore pensava senza affermazione e negazione, seguivo tutto ciò di cui la mia bocca parlava senza vantaggio e svantaggio: per la prima volta il maestro mi fece sedere su una stuoia accanto a sé. 
  Dopo nove anni lasciai andare ciò che il cuore pensava e la bocca diceva, senza sapere se l’affermazione e la negazione, il vantaggio e lo svantaggio, fossero miei o altrui, senza sapere che il maestro era il mio insegnante e che quell’uomo era il mio amico: ero al di là dell’interiore e dell’esteriore. 
  Dopo, tutto mi fu eguale: l’occhio come l’orecchio, l’orecchio come il naso, il naso come la bocca. Il mio cuore si condensò e la mia forma si dissolse, le mie ossa e la mia carne si strussero, non ebbi più la sensazione di ciò a cui la mia forma s’appoggiava e che il mio piede calcava, a seconda dei venti andai ad oriente e ad occidente come una foglia d’albero o una pula secca. 
  Alla fine non sapevo se era il vento che montava me o se ero io che montavo il vento.


Il Samadhi dello Specchio prezioso - Hokyo Zanmai

Così è il Dharma, che il Buddha e i Patriarchi hanno trasmesso intimamente. Ora potete ottenerlo, così, vi prego, proteggetelo. 
Come una ciotola colma di neve, come un airone avvolto nella luce della luna. Sono simili ma non identici. Accostati le loro differenze appaiono. Il senso non risiede nelle parole, ma il momento decisivo lo fa apparire. Se seguite le parole, cadete nella trappola. In disaccordo con esse, cadete nel dubbio. Respingere le parole o attaccarsi ad esse, né l’uno né l’altro valgono, è come un grande fuoco, utile, ma pericoloso. Se lo esprimete con un linguaggio decorato, ciò appartiene all’ambito dell’impurità. Nell’oscurità della notte questo è perfettamente chiaro. Alla luce del giorno questo è celato. E’ la Legge che governa ogni cosa, utilizzatela per sradicare ogni sofferenza. Benché non sia fabbricato, non è al di là delle parole. Come contemplandovi in uno specchio prezioso, la forma e il riflesso si guardano. Non siete il riflesso, ma il riflesso è voi. Come un neonato venuto al mondo provvisto dei cinque organi di senso. Non va più di quanto non venga, non appare più di quanto non dimori; “baba, wawa” Questo dice qualcosa o no? Alla fine, non dice nulla, perché le sue parole non sono ancora giuste. Raddoppiando il trigramma del fuoco le linee interne ed esterne interagiscono. Messe una sopra l’altra diventano tre, cambiate di posto diventano cinque. Come il gusto della pianta dai cinque sapori, come le cinque estremità dello scettro vajra. Il tamburo e il canto giungono insieme, armoniosamente riuniti al centro. Penetrare l’origine e andare sulla Via, abbracciare il paesaggio ed apprezzare il cammino. Rispettate ciò e non trascuratelo. Naturale e sottile. Non appartiene né all’illusione né al risveglio. Tra le cause e le condizioni, il tempo e le stagioni, è sereno e risplende. E’ così puro da penetrare ove non vi è spazio, così vasto da andare oltre ogni dimensione. Se ve ne allontanate, anche solo della distanza di un capello, non siete più in armonia. Ora vi sono l’immediato e il graduale nei quali gli insegnamenti e i metodi appaiono. Quando si differenziano, ognuno possiede le sue norme. La realtà scorre costantemente, che questi insegnamenti e questi metodi siano dominati o meno. All’esterno la calma, all’interno il movimento, come il cavallo impastoiato o il topo nascosto. I saggi di un tempo ne ebbero pietà e fecero loro dono del Dharma. Seguendo le vie ingannevoli confusero il bianco col nero. Quando l’illusione svanisce ognuno può realizzare lo spirito che si armonizza naturalmente. Se desiderate seguire l’antica Via, ve ne prego, osservate i saggi di un tempo. Colui che è sul punto di realizzare la Via del Buddha ha contemplato l’albero per dieci kalpa. E’ come la ferita della tigre, come lo zoppicare del cavallo. Con il loro complesso d’inferiorità, alcuni cercano il seggio prezioso e gli abiti decorati. Altri possiedono una visione ampia e realizzano che sono come il bue bruno e il bue bianco. Hïeï con la sua nobile e giusta tecnica, può raggiungere il bersaglio da cento metri. Ma quando le frecce si scontrano in pieno volo, come può trattarsi di abilità? L’uomo di legno canta, la donna di pietra si alza e danza. Non essendo raggiunto attraverso le sensazioni o la coscienza, come potrebbe riguardare le discriminazioni? I ministri servono il loro signore, i figli obbediscono ai genitori. Non obbedire è contrario al dovere filiale, non conformarsi non è essere un ministro autentico. Nascondete la vostra pratica, agite discretamente, apparite come un folle o un idiota. Continuare così è detto essere un maestro tra i maestri.

Canto indiano

Sono andato alla fine della terra, sono andato alla fine delle acque, sono andato alla fine del cielo, sono andato alla fine delle montagne, non ho trovato nessuno che non fosse mio amico.  
(Canto per il Dio della Piccola Guerra, Navajo)

 

 

Che parlino del raccolto o della caccia, di dèi dalla straordinaria forza o di umili realtà quotidiane, dell'amore, della morte, del mistero dell'universo, i canti dei nativi americani hanno una caratteristica costante: un'esigenza semplice e intransigente di libertà. Questo sogno irrinunciabile che pervade l'intera cultura indiana affascinò il fotografo Edward S. Curtis il quale, nei primi decenni del Novecento, cominciò a documentare con migliaia di scatti i volti e i costumi di tutte le principali tribù. Le sue emozionanti fotografie accompagnano parole antichissime e piene di saggezza, e disegnano il ritratto di una civiltà ancora oggi viva nella sua fragilità, ammantata dalla lontananza eterea della fiaba e contemporaneamente vicina alla memoria collettiva di noi tutti.

Natives
Autori Vari
Canti degli indiani d'america

Come Plasmare Se Stessi Grazie Allo Spirito

Lo spirito lavora sulla materia tramite l'anima. L'anima è uno strumento, uno strumento di cui lo spirito si serve per raggiungere il piano fisico, poiché da solo non può farlo. Soltanto l'anima ha la possibilità di toccare la materia, ed è quindi attraverso l'anima che lo spirito può modellare la materia, plasmarla, darle degli ordini. Senza l'anima, senza le possibilità dell'anima, lo spirito non ha alcun potere sulla materia.
 Omraam Mikhaël Aïvanhov






La legge degli opposti

Sii come il sole 
e ciò che avrai capito 
riscalderà la Terra.





Tao Te Ching
Il dettato della perenne saggezza

Essere felici senza nessun motivo


La felicità
non è uno stato cui arrivare 
ma
un modo di viaggiare



 

Brani tratti dalla conferenza di Enzo Liguori presso il Centro di Psicosintesi di Bologna 




Questo libro, diretto al lettore comune, illustra la prospettiva della psicosintesi in merito ai principali problemi esistenziali dell’uomo: che cosa o chi è l’uomo, la coscienza e l’inconscio; la sessualità e l’amore; i conflitti psichici; l’aggressività; le potenzialità latenti nell’animo umano e la loro attivazione.

Psicosintesi
Per l'armonia della vita

Se fossi un re


Se io stesso fossi un re, 
ma lo ignorassi, 
non sarei un re! 


Meister Eckhart



Il pensiero mistico di Eckhart non lascia spazio nè al sentimento nè alle visioni. La sua spiritualità appare come quella dello spogliamento più totale. A chi legge gli scritti di questo grande domenicano non rimane che godere delle sue parole e lasciarne risuonare l'eco dentro di sè.

Meditazione di Lao Tze sull'acqua

Al mondo niente è più cedevole dell'acqua. La via dell'acqua è infinitamente ampia e incalcolabilmente profonda. Si estende indefinitamente e fluisce senza limiti. Abbraccia tutta la vita, senza preferenze. Non cerca ricompense. Arricchisce il mondo intero senza mai esaurirsi.





Affermazioni Scientifiche di Guarigione - Paramhansa Yogananda

Le parole pronunciate sono dei suoni originati dalle vibrazioni dei pensieri e i pensieri sono a loro volta delle vibrazioni emesse dall'ego o dall'anima. 

Le parole umane sono prive di vita se non sono permeate di forza spirituale. 

Dopo aver piantato nel suolo della Coscienza Cosmica il seme vibratorio della vostra preghiera, non state a dissotterrarlo spesso per vedere se é germogliato. 

Mentre pronunciate preghiere e affermazioni, tenete sempre presente che state usando poteri che sono sì vostri, ma che Dio vi ha dato. 

Le affermazioni che fanno leva sulla volontà devono essere accompagnate da una risoluzione ferma, quelle che fanno leva sul sentimento vanno espresse con devozione, quelle che fanno leva sulla ragione devono poggiare sulla comprensione esatta. 

Le affezioni ostinate, mentali o fisiche hanno sempre profonde radici nel subconscio. Ecco perché tutte le affermazioni della mente cosciente devono poter lasciare un'impronta abbastanza forte da influenzare il subconscio che a sua volta agisce autonomamente sulla mente cosciente. 

Delle forti affermazioni coscienti agiscono così sulla mente e sul corpo tramite il subcosciente. 

Nell'usare il pensiero come medicina badate a non neutralizzare con pensieri errati l'effetto dei pensieri giusti.

La vita è uno specchio

L'energia interiore è ciò che richiama in risonanza ciò che sperimentiamo nel quotidiano... Non è facendo finta di essere quello che non siamo che miglioriamo la nostra situazione E' davvero accendendo la nostra interiorità che piano piano possiamo richiamare sempre più Luce nella nostra vita! Ma ci vuole impegno, costanza, pazienza, resistenza, determinazione, e fede...

 

Vigilanza

«C'è niente che posso fare per rendermi illuminato?».
«Tanto poco quanto puoi fare per far sorgere il sole la mattina».
«E allora a che servono gli esercizi spirituali che tu prescrivi?».
«Ad assicurarmi che tu non dorma quando il sole inizia a sorgere».


One minute wisdom - Anthony De Mello

Il Viaggio

Cosa apprezziamo di un viaggio intrapreso verso una meta lontana ? Quali aspettative nutriamo ? Più grandi sono le nostre aspettative, e più difficile è soddisfarle. Un'altro splendido e profondo insegnamento, tratto dal film "La Forza Del Campione", a sua volta tratto dal bellissimo libro "La Via Del Guerriero Di Pace" di Dan Millman.


La Via del Guerriero di Pace
Un libro che cambia la vita

Sii


Non devi fare nulla. Sii e basta. Non devi fare nulla. Sii. Non c'è bisogno di scalare montagne o giacere in caverne. Non dico nemmeno " sii te stesso " poiché tu non conosci te stesso. Ti basti essere.
(Sri Nisargadatta Maharaj) 

La Via



Che cos’è la Via? Non coscienza, non noumeno, non pratica, non azione, non satori, non garanzia. È la più alta dimensione, è la sorgente dello Spirito.


(Taisen Deshimaru Roshi)

Il Cambiamento - Wayne W. Dyer

Il dottor Wayne Dyer è uno tra i più noti psicologi negli Stati Uniti. Nel film-documentario "Il cambiamento" spiega il suo pensiero incarnando se stesso. Una piccola troupe raggiunge il dottor Dyer in un incantevole resort della costa californiana, dove attori e persone si intrecciano e si fondono su uno spartito in cui svanisce il confine tra finzione e verità. Un sentiero spirituale alla riscoperta dell'essenza della vita, oltre le illusioni della cultura e dell'educazione.




The Shift - Il Cambiamento - DVD
Dall'ambizione al senso della vita, viaggio spirituale alla ricerca dello scopo dell'esistenza

Atomi


Le montagne che spaventano lo sguardo non sono che atomi per il cuore.
(Jean Pierre de Caussade)

Chiarezza

«Non cercate Dio», disse il maestro. «Guardate soltanto, e tutto vi sarà rivelato». «Ma come dobbiamo guardare?». «Ogni volta che guardate qualcosa, vedete solo ciò che c'è e nient'altro». I discepoli erano sconcertati, così il maestro si espresse più semplicemente: «Per esempio, se guardate la luna, vedete la luna e nient'altro». «E cos'altro si può vedere se non la luna guardando la luna?». «Una persona affamata potrebbe vedere una forma di formaggio. Un innamorato, il volto dell'amata».

One minute wisdom - Anthony De Mello

Assurdità

Il maestro seguitava a sfregare un mattone sul pavimento della stanza in cui il suo discepolo sedeva in meditazione. Dapprima il discepolo ne fu contento, prendendola come una prova della sua forza di concentrazione. Ma quando il suono divenne insopportabile, proruppe: «Che diamine stai facendo? Non vedi che sto meditando?». «Sto levigando questo mattone per farne uno specchio», rispose il maestro. «Sei pazzo! Come puoi ricavare uno specchio da un mattone?». «Non più pazzo di te! Come puoi ricavare uno che medita da un egocentrico?».

One minute wisdom - Anthony De Mello

Sensibilità

«Come posso sperimentare il mio essere tutt'uno con la creazione?».
«Ascoltando», rispose il maestro.
«E come debbo ascoltare?». 
«Diventa un orecchio che presta ascolto a ogni singola cosa che l'universo dice. Nel momento in cui senti qualcosa che tu stai dicendo, smetti».

One minute wisdom - Anthony De Mello

Chiamati all'Amore - Anthony De Mello


Un percorso verso la consapevolezza. 
La vita è una sinfonia per chi ha orecchie per ascoltarla!

L'età adulta

A un discepolo che pregava incessantemente il maestro disse: «Quando smetterai di appoggiarti a Dio e ti reggerai sulle tue gambe?». 
Il discepolo era sbalordito: «Ma proprio tu ci hai insegnato a guardare Dio come padre!». 
«E quando imparerai che un padre non è qualcuno a cui appoggiarsi, ma qualcuno che ti libera dalla tendenza ad appoggiarti?».

One minute wisdom - Anthony De Mello

Miracoli

Un uomo traversò terre e mari per verificare personalmente la straordinaria fama del maestro. 
«Che miracoli ha operato il vostro maestro?» chiese a un discepolo. 
«Be', c'è miracolo e miracolo. Nel tuo paese è considerato un miracolo che Dio faccia la volontà di qualcuno. Nel nostro paese è considerato un miracolo che qualcuno faccia la volontà di Dio».

 One minute wisdom - Anthony De Mello

Quanto tempo ci vuole per scorgere la luna?



«Esiste qualcosa come un minuto di saggezza?» 
«Certamente», rispose il maestro. 

«Ma un minuto è di certo troppo corto. 

È cinquantanove secondi troppo lungo». 
Ai discepoli sconcertati il maestro disse poi: 

«Quanto tempo ci vuole per scorgere la luna? 
E allora perché tutti questi anni di sforzi spirituali?
Per aprire gli occhi ci può volere tutta la vita. 
Vedere accade in un lampo».

Come Creare il Proprio Destino - Paramhansa Yogananda

Quanto nella nostra vita è già fisso e immutabile, per sempre segnato da un destino a volte cieco e capriccioso, e quanto invece possiamo cambiare con la nostra volontà e le nostre azioni? In questa preziosa raccolta troverai tante informazioni pratiche per creare un domani più felice.