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Le oche selvatiche - Mary Oliver

Purifica la tua mente - Han Shan



La vera natura è pura e profonda,
Come acqua quieta e limpida.
Se è agitata dall'amore e dall'odio,
Sorgono onde di passioni. 
E continuando così,
Renderanno torbida la natura del sé;
Gli affanni e l'ignoranza
Aumenteranno a tua insaputa.

Quando il sé si aggrappa all'altro,
È come gettare fango nell'acqua.
Se il sé è mosso dall'altro,
È come se si versasse olio sul fuoco.
Anche se i fenomeni esterni sono caos, il Sé è vero.
Quando il caos è considerato reale, nasce l'ego.
Se l'ego cessa di levarsi,
Anche le passioni, bruciate per eoni di tempo, si congelano.

Perciò un uomo saggio
Abbandona sempre il suo ego.
Se non vi è un ego,
Come potranno i fenomeni esterni essere un ostacolo?
L'abbandono dell'ego
Conduce all'elasticità.
Quando le passioni compaiono,
Le riconosci immediatamente.

La vigilanza porta alla consapevolezza;
Nell'istante in cui si vigila un pensiero,
Ogni traccia è spazzata via.
Subito sarai limpido e sereno,
In questa immobilità serena e pura,
Solo e sovrano tu godrai
L'armonia più perfetta,
Che nessuna cosa esteriore può eguagliare.

Han Shan

Cinquanta strofe sulla natura della coscienza - Thich Nhat Hanh

PRIMA PARTE
Coscienza deposito

01 La mente è un campo su cui è sparso ogni tipo di seme. Il nome di questa mente-campo può essere anche “Tutti i semi”.

02 In noi c’è infinita varietà di semi: semi del samsara, semi del nirvana, dell’illusione, dell’illuminazione, semi di sofferenza e di felicità, semi di percezioni, di nomi, di parole.

03 Semi che si manifestano come corpo e come mente, come sfere dell’esistenza, come stadi, e mondi, sono depositati tutti nella nostra coscienza. Ecco perché questa è detta “deposito”.

04 Alcuni semi sono innati, trasmessici dagli antenati; alcuni seminati che eravamo ancora nel grembo, altri quando eravamo bambini.

05 Che sia trasmesso dalla famiglia o da amici, dalla società o dall’istruzione, per sua natura ogni seme, in noi, è individuale ed è anche collettivo.

06 La qualità della nostra vita dipende dalla qualità dei semi che giacciono nel profondo della nostra coscienza.

07 Funzione della coscienza deposito è ricevere e conservare i semi e le loro energie abitudinali; così possono manifestarsi nel mondo, o restare sopiti.

08 Le manifestazioni della coscienza deposito si possono percepire direttamente come cose-in-sé, come rappresentazioni o come mere immagini. Tutte sono comprese nei diciotto elementi dell’essere.

09 Tutte le manifestazioni portano il marchio sia dell’individuale sia del collettivo. Allo stesso modo si compie la maturazione della coscienza deposito, nel suo partecipare ai diversi stadi e alle diverse sfere dell’essere.

10 Senza velo, indeterminata, la coscienza deposito scorre e cambia di continuo; e insieme, è correlata di continuo con le cinque formazioni mentali universali [contatto, attenzione, sensazioni, percezione e volizione].

11 Sebbene impermanente e priva di un sé separato, la coscienza deposito contiene tutti i fenomeni del cosmo, condizionati e incondizionati, sotto forma di seme.

12 Seme può produrre seme. Seme può produrre formazione. Formazione può produrre seme. Formazione può produrre formazione.

13 Semi e formazioni, entrambi, per natura inter-sono e si interpenetrano. L’uno è prodotto dal tutto, il tutto dipende dall’uno.

14 La coscienza deposito non è la stessa né altra; non è individuale né collettiva. Identità e alterità inter-sono. Il collettivo e l’individuale si generano a vicenda.

15 Quando si supera l’illusione si comprende e la coscienza deposito non è più soggetta ad afflizioni: diventa Saggezza Grande Specchio, che riflette il cosmo in ogni direzione, e prende nome di Pura Coscienza.


PARTE SECONDA
Manas

16 Semi di illusione danno origine a formazioni interne di avidità e di afflizioni, forze che animano la nostra coscienza nelle manifestazioni della mente e del corpo.

17 Con la coscienza deposito come sostegno, sorge manas. Sua funzione è la proliferazione mentale; si aggrappa ai semi e li considera un “sé”.

18 L’oggetto di manas è il marchio di un sé che si trova nel campo delle rappresentazioni, nel punto in cui manas e coscienza deposito si toccano.

19 In quanto base del sano e del malsano della altre sei coscienze che si manifestano, manas discrimina di continuo. Per natura, è indeterminata e offuscata.

20 Manas si accompagna alle cinque formazioni universali, a mati [percezione erronea di cui si è convinti] tra le cinque particolari [zelo, determinazione, consapevolezza, concentrazione, saggezza], e alle quattro afflizioni principali [ignoranza di sé, visione egocentrica, orgoglio di sé, amore di sé] e alle otto secondarie [rabbia, ostilità, ipocrisia, persecuzione, invidia, avarizia, inganno, disonestà]. Tutte sono indeterminate e offuscate.

21 Come l’ombra segue la forma, manas segue sempre la coscienza deposito, nel tentativo inconsulto di sopravvivere, bramando continuità e soddisfazione cieca.

22 Raggiunto il primo stadio della via del bodhisattva, gli ostacoli di conoscenza e afflizioni si trasformano. All’ottavo stadio, lo yogi trasforma la convinzione di un sé separato, e la coscienza deposito è liberata da manas.

PARTE TERZA
Coscienza mentale

23 Con manas per base e i fenomeni per oggetti, si manifesta la coscienza mentale. La sua sfera cognitiva è la più vasta.

24 La coscienza mentale percepisce in tre modi [percezione diretta, inferenza o deduzione, percezione diretta o inferenza erronea]. Ha accesso a tre campi della percezione [la sfera delle cose in-sé, la sfera della rappresentazione, la sfera delle mere immagini], sa essere di tre nature diverse. In essa si manifestano tutte le formazioni mentali: universali, particolari, salutari, non salutari o indeterminate.

25 La coscienza mentale è radice di ogni azione di corpo e parola. Sua natura è manifestare formazioni mentali, ma non ha esistenza continua. La coscienza mentale fa sorgere azioni che poi fa maturare; gioca il ruolo del giardiniere che sparge ogni seme.

26 Sempre attiva è la coscienza mentale, tranne che negli stati di non-percezione: nei due raggiungimenti [due stati meditativi], nel sonno profondo, da svenuti e nel coma.

27 La coscienza mentale opera in cinque modi: insieme alle cinque coscienze sensoriali o indipendentemente da esse, dispersa, concentrata o instabile.

PARTE QUARTA
Coscienze sensoriali

28 Basate sulla coscienza mentale, le cinque coscienze sensoriali si manifestano, come onde sull’acqua, da sole o insieme alla coscienza mentale.

29 Il loro campo di percezione è quello delle cose in-sé, la loro modalità di percezione è diretta. Sono di natura salutare, non salutare o neutra. Agiscono sugli organi di senso e sui centri sensoriali del cervello.

30 Sorgono con le formazioni mentali universali, particolari, salutari, con quelle non salutari, sia fondamentali sia secondarie, e con quelle indeterminate.

PARTE QUINTA
La natura della realtà

31 La coscienza include sempre soggetto e oggetto. Sé e altro, dentro e fuori, sono tutte creazioni della mente concettuale.

32 Tre parti ha la coscienza: percettore, percepito e intero. Tutti i semi e le formazioni mentali sono uguali.

33 Nascita e morte dipendono da condizioni. Per sua natura la coscienza è una manifestazione discriminante. Percettore e percepito dipendono l’un dall’altro in quanto soggetto e oggetto della percezione.

34 Nella loro manifestazione individuale e collettiva sé e non-sé non sono due. Il ciclo di nascita e morte si compie in ogni momento. La coscienza fluttua nell’oceano di nascita e morte.

35 Spazio, tempo e i quattro grandi elementi [terra, acqua, fuoco, aria: le energie dell’universo materiale] sono tutte manifestazioni della coscienza. Nel processo dell’interessere e dell’interpentrazione, la coscienza deposito matura ogni momento.

36 Gli esseri si manifestano quando le condizioni sono sufficienti; quando mancano le condizioni, essi non compaiono più. Eppure non c’è venire né andare, non c’è essere né non essere.

37 Un seme che fa sorgere una formazione è la sua causa prima. Il soggetto percettore dipende dall’oggetto della percezione. Quest’ultimo è un oggetto-causa.

38 Le condizioni propizie e non di ostacolo sono cause sussidiarie. Il quarto tipo di condizione è la continuità immediata.

39 La manifestazione interdipendente ha due aspetti: la mente illusa e la mente veritiera. La prima è costruzione immaginaria, la seconda è natura pienamente compiuta.

40 L’immaginazione impregna la mente di semi di illusione: ne risulta l’infelicità del samsara. La natura compiuta spalanca la porta della saggezza sul regno delle cose nella loro vera essenza.

PARTE SESTA
La via della pratica

41 Meditare sulla natura dell’interdipendenza può trasformare l’illusione in illuminazione. Samsara e vera essenza non sono due, sono una cosa sola, la stessa.

42 Anche in boccio, il fiore è già nel compost, il compost è già presente nel fiore. Fiore e compost non sono due. Illusione e illuminazione inter-sono.

43 Non rifuggire nascita e morte, osserva solo a fondo le tue formazioni mentali. Una volta vista la vera natura dell’interdipendenza si comprende la verità dell’interessere.

44 Pratica il respiro consapevole per innaffiare i semi del risveglio. Retta visione è un fiore che sboccia nel campo della coscienza mentale.

45 Quando il sole splende, fa crescere ogni pianta. Quando la consapevolezza splende, trasforma ogni formazione mentale.

46 Riconosciamo nodi interni e tendenze latenti, così da poterli trasformare. Dissipate le energie dell’abitudine, ecco la trasformazione alla radice.

47 Il momento presente contiene il passato e il futuro. Il segreto della trasformazione sta nel modo di trattare l’attimo in corso.

48 La trasformazione ha luogo nella vita di tutti i giorni. Per facilitarle il compito pratica insieme a un Sangha.

49 Nulla nasce, nulla muore. Nulla da trattenere, nulla da lasciar andare. Il samsara è il nirvana. Non c’è nulla da raggiungere.

50 Compreso che le afflizioni non sono che illuminazione, possiamo cavalcare le onde di nascita e morte, in pace, solcare l’oceano dell’illusione sulla barca della compassione, sorridendo senza paura alcuna.


dal libro: 


La Via della Trasformazione
Quando la mente guarisce il cuore

Ricordati dove sei e perché sei lì

Ogni ricercatore sogna una guida che sa. La sogna, ma è raro che si domandi oggettivamente e sinceramente: « Sono degno di essere guidato? Sono pronto a seguire la via? » 
Esci una sera sotto il vasto cielo stellato, alza gli occhi a quei milioni di mondi sopra la tua testa. Forse su ognuno di essi formicolano miliardi di esseri simili a te, persino superiori a, te per costituzione. Guarda la Via Lattea. In quell'infinità, la Terra non può nemmeno essere considerata un granello di sabbia. La Terra vi si dissolve, sparisce, e con essa sparisci anche tu. Dove sei? Chi sei? Cosa vuoi? Dove vuoi andare? L'impresa cui ti stai accingendo non potrebbe essere pura follia? Di fronte a tutti quei mondi, interrogati sui tuoi scopi e le tue speranze, sulle tue intenzioni e i mezzi per realizzarle, su ciò che si può esigere da te, e domandati fino a che punto sei preparato a rispondere. Ti attende un viaggio lungo e difficile; ti stai dirigendo verso un paese strano e sconosciuto. La strada è infinitamente lunga. Non sai se ti potrai riposare, né dove ciò sarà possibile. Devi prevedere il peggio. Devi prendere con te tutto ciò che è necessario per il viaggio. Cerca di non dimenticare nulla, perché poi sarà troppo tardi per rimediare all'errore: non avrai tempo di ritornare a cercare ciò che hai dimenticato. Valuta le tue forze. Sono sufficienti per tutto il viaggio? Quando sarai in grado di partire? Ricordati che più tempo passerai per strada, più avrai bisogno di portarti delle provviste, cosa che ritarderà ulteriormente la tua marcia, e allungherà pure la durata dei preparativi. E ogni minuto è prezioso. Una volta che ti sei deciso a partire, perché perdere tempo? 

Non contare sulla possibilità di tornare. Questa esperienza potrebbe costarti carissima. La guida si è impegnata soltanto a condurti alla meta, non è obbligata a riaccompagnarti indietro. Sarai abbandonato a te stesso, e guai a te se ti infiacchisci o perdi la strada, potresti non ritornare mai più. E anche se la trovi, resta il problema: tornerai sano e salvo? Ogni sorta di disavventure attendono il viaggiatore solitario che non conosce bene la via, né le regole di condotta che essa comporta. Tieni a mente che la tua vista ha la proprietà di presentarti gli oggetti lontani come se fossero vicini. Ingannato dalla prossimità della meta verso cui tendi, abbagliato dalla sua bellezza e non avendo misurato le tue forze, non noterai gli ostacoli sulla via; non vedrai i numerosi fossati che tagliano il sentiero. In mezzo a prati verdi cosparsi di splendidi fiori, l'erba alta nasconde un profondo precipizio. É molto facile inciampare e cadervi dentro, se gli occhi non sono attenti a ogni passo che stai per fare. Non dimenticarti di concentrare tutta la tua attenzione su ciò che ti sta immediatamente intorno. Non occuparti di mete lontane, se non vuoi cadere nel precipizio. Però non dimenticare il tuo scopo. Ricordatene continuamente e mantieni vivo il desiderio di raggiungerlo, per non perdere la direzione giusta. E una volta partito, stai attento; ciò che hai oltrepassato, resta indietro e non si ripresenterà più: ciò che non osservi sul momento, non lo osserverai mai più. Non essere troppo curioso, e non perdere tempo con ciò che attira la tua attenzione ma non ne vale la pena. Il tempo è prezioso, e non deve essere sprecato per cose che non sono direttamente in relazione con la tua meta. 

Ricordati dove sei e perché sei lì. 

Non aver troppa cura di te, e rammenta che nessuno sforzo viene mai fatto invano. E adesso puoi metterti in cammino.


(Gurdjieff- brano tratto da "Io chi sono?" di "Vedute sul Mondo Reale")